La lotta non si processa

La lotta non si processa

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4 Agosto 2021    
19:00 - 23:45

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“Questa mattina [lo scorso 9 luglio, n.d.r.] mi è stato notificato ‘l’ordine di esecuzione per la carcerazione’ relativo ad una  condanna ormai diventata definitiva. Nove anni fa [il 30 novembre 2012, n.d.r.] partecipai ad una contestazione pacifica contro un comizio dell’allora segretario del PD Bersani. Eravamo in piena fase di austerity con il Governo Monti e la Ministra Fornero. I lavoratori e le lavoratrici presenti furono caricati selvaggiamente dalla polizia in assetto antisommossa con diversi feriti. Il giorno successivo stessa storia.  Presidio in zona pedonale, arrivano camionette su camionette della celere. Si presenta un funzionario visibilmente fuori di sè (abbiamo poi scoperto essere lo stesso delle cariche ai lavoratori AST di Terni e degli sfrattati dal presidio di Piazza Indipendenza a Roma nel 2017). Anche in quell’occasione violente cariche, decine di feriti anche tra i passanti. Il giorno ancora successivo Livorno risponde compatta. Migliaia di lavoratori e lavoratrici scendono in piazza spontaneamente in difesa della libertà di manifestare, a fianco degli attivisti e delle attiviste e contro la violenza della Questura Livornese. Anche quel giorno ci furono provocazioni inaccettabili e la piazza, ancora una volta, rispose con determinazione di fronte al palazzo della Prefettura”.

A parlare è Giovanni Ceraolo, sindacalista e attivista livornese. Il Tribunale lo ha condannato a 2 anni, 6 mesi e 20 giorni di carcere. Insieme a lui sono stati condannati altri 20 attivisti e sono stati richiesti oltre 80mila euro tra risarcimenti e ammende.

“Sono stato condannato principalmente perchè sarei, a loro avviso, il responsabile morale di quei fatti.  Non ho tirato sassi né transenne ma per loro è lo stesso. Non stiamo qui a lamentarci, sia chiaro. Certo fa riflettere. I responsabili di stragi come quella di Viareggio non hanno mai ricevuto e probabilmente non riceveranno mai una raccomandata come quella che ho ricevuto io. Viviamo in un sistema che ‘premia’ questi personaggi facendogli capire che possono continuare a fare ciò che vogliono e contemporaneamente colpisce chi prova a mettere in discussione la realtà esistente. Chi fa lavoro sociale e chi fa sindacato. Sì perchè tra di noi ci sono anche sindacalisti.  Non quelli con il culo incollato alle poltrone che firmano i peggiori accordi sulle spalle dei lavoratori, ma persone oneste che credono in ciò che fanno e sono disposte a pagarne le conseguenze. Era così 100 o 50 anni fa ed è così anche adesso”.

L’Associazione La Rossa di Lari organizza una serata a sostegno di Giovanni e degli altri manifestanti condannati. Questa sera, dalle ore 20, negli spazi del Circolo ARCI Il Botteghino, cena con zuppa e grigliata (ma ci sarà anche un’alternativa vegana) e vino rosso offerto da “Terre di Guidoreste”.  Per partecipare è richiesto un contributo di 15 euro per gli adulti e di 10 euro per i bambini sotto i 10 anni. Il ricavato servirà ad aiutare Giovanni e tutti gli altri a pagare le spese legali e le ammende inflitte.

Dopo la cena ascolteremo le testimonianze di alcuni dei manifestanti. La serata si concluderà con un concerto dei Jovan Brothers.

L’iniziativa si svolgera’ all’aperto, con numero dei posti limitato e in ottemperanza alle disposizioni in merito a Covid19.

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La lotta non si processa

“Questa mattina [lo scorso 9 luglio, n.d.r.] mi è stato notificato ‘l’ordine di esecuzione per la carcerazione’ relativo ad una  condanna ormai diventata definitiva. Nove anni fa [il 30 novembre 2012, n.d.r.] partecipai ad una contestazione pacifica contro un comizio dell’allora segretario del PD Bersani. Eravamo in piena fase di austerity con il Governo Monti e la Ministra Fornero. I lavoratori e le lavoratrici presenti furono caricati selvaggiamente dalla polizia in assetto antisommossa con diversi feriti. Il giorno successivo stessa storia.  Presidio in zona pedonale, arrivano camionette su camionette della celere. Si presenta un funzionario visibilmente fuori di sè (abbiamo poi scoperto essere lo stesso delle cariche ai lavoratori AST di Terni e degli sfrattati dal presidio di Piazza Indipendenza a Roma nel 2017). Anche in quell’occasione violente cariche, decine di feriti anche tra i passanti. Il giorno ancora successivo Livorno risponde compatta. Migliaia di lavoratori e lavoratrici scendono in piazza spontaneamente in difesa della libertà di manifestare, a fianco degli attivisti e delle attiviste e contro la violenza della Questura Livornese. Anche quel giorno ci furono provocazioni inaccettabili e la piazza, ancora una volta, rispose con determinazione di fronte al palazzo della Prefettura”.

A parlare è Giovanni Ceraolo, sindacalista e attivista livornese. Il Tribunale lo ha condannato a 2 anni, 6 mesi e 20 giorni di carcere. Insieme a lui sono stati condannati altri 20 attivisti e sono stati richiesti oltre 80mila euro tra risarcimenti e ammende.

“Sono stato condannato principalmente perchè sarei, a loro avviso, il responsabile morale di quei fatti.  Non ho tirato sassi né transenne ma per loro è lo stesso. Non stiamo qui a lamentarci, sia chiaro. Certo fa riflettere. I responsabili di stragi come quella di Viareggio non hanno mai ricevuto e probabilmente non riceveranno mai una raccomandata come quella che ho ricevuto io. Viviamo in un sistema che ‘premia’ questi personaggi facendogli capire che possono continuare a fare ciò che vogliono e contemporaneamente colpisce chi prova a mettere in discussione la realtà esistente. Chi fa lavoro sociale e chi fa sindacato. Sì perchè tra di noi ci sono anche sindacalisti.  Non quelli con il culo incollato alle poltrone che firmano i peggiori accordi sulle spalle dei lavoratori, ma persone oneste che credono in ciò che fanno e sono disposte a pagarne le conseguenze. Era così 100 o 50 anni fa ed è così anche adesso”.

L’Associazione La Rossa di Lari organizza una serata a sostegno di Giovanni e degli altri manifestanti condannati. Questa sera, dalle ore 20, negli spazi del Circolo ARCI Il Botteghino, cena con zuppa e grigliata (ma ci sarà anche un’alternativa vegana) e vino rosso offerto da “Terre di Guidoreste”.  Per partecipare è richiesto un contributo di 15 euro per gli adulti e di 10 euro per i bambini sotto i 10 anni. Il ricavato servirà ad aiutare Giovanni e tutti gli altri a pagare le spese legali e le ammende inflitte.

Dopo la cena ascolteremo le testimonianze di alcuni dei manifestanti. La serata si concluderà con un concerto dei Jovan Brothers.

Info e Prenotazioni al 349-8488204 o al 338-3663452. L’iniziativa si svolgera’ all’aperto, con numero dei posti limitato e in ottemperanza alle disposizioni in merito a Covid19.